
Abbiamo fatto qualche domanda ad Angelica Mastro, laureatasi al SID magistrale nel 2020 e alumna del prestigioso Collège d’Europe. Buona lettura!
1.Ci potresti spiegare qualcosa sulla tua esperienza belga? Come sei arrivata al Collège?
Ho sentito parlare per la prima volta del Collège d’Europe durante una delle lezioni forlivesi della Professoressa Giuliana Laschi. Mi era sembrata da subito un’opportunità unica, ma ero ancora all’inizio della Magistrale e quindi era troppo presto per pensarci.
Qualche tempo dopo, durante il mio tirocinio presso l’Ufficio Stampa della Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’UE, ho effettivamente scelto il percorso che avrei voluto seguire. In particolare, è stato Davide Bonvicini, che allora era il Portavoce della Rappresentanza, a rafforzare la mia volontà di affrontare il processo di selezione per il Master in “EU International Relations and Diplomacy Studies”. E gli sarò sempre grata per avermi aiutata a decidere, i mesi passati a Bruges sono stati assolutamente fondamentali per la mia crescita personale e professionale.
Si tratta di un Master per studenti che conoscono già abbastanza le istituzioni ed i processi decisionali dell’UE e vogliono specializzarsi sull’azione esterna dell’Unione. Nel mio caso, dato che è l’ambito che più mi interessa, mi sono concentrata in particolare sulla comunicazione e la disinformazione grazie ai corsi opzionali ed extracurriculari.
Ma oltre ad offrire la possibilità di imparare da accademici di rilievo e talvolta dagli stessi funzionari europei, il vantaggio più grande offerto dal Collège è quello di poter condividere questa esperienza così intensa con altri studenti provenienti da ogni angolo d’Europa e del mondo. Vivendo tutti sotto lo stesso tetto, le occasioni per far nascere nuove idee si moltiplicano.
Così, si finisce col preparare un’intervista al Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg di fronte ad una tazza di tè, o col lanciare un’Iniziativa dei Cittadini Europei dalla scrivania del proprio vicino di stanza.
2. Una delle iniziative più importanti del Collège è il Civil Servant Exchange Program… Di che cosa si tratta? Potresti raccontarci qualcosa sul tuo ruolo e sull’importanza del progetto?
Con la nostra iniziativa proponiamo la creazione del Civil Servant Exchange Program, un programma di scambio e formazione tra i funzionari pubblici degli Stati membri dell’Unione europea. L’obiettivo di questo “Erasmus per la pubblica amministrazione” sarebbe quello di offrire un’esperienza professionale in un altro Stato membro per un periodo dai 2 ai 12 mesi.
Un programma del genere rafforzerebbe la libera circolazione dei lavoratori nell’UE, incoraggerebbe lo scambio delle best practices nella funzione pubblica e migliorerebbe i contatti tra gli Stati membri. Inoltre, aiuterebbe i funzionari pubblici a superare le numerose sfide presentate dalle relazioni di lavoro con i colleghi europei, infondendo un rinnovato spirito di unità tra i cittadini e per i cittadini. Dopo tutto, l’Unione europea è anche un’unione dei suoi popoli e sarebbe ancora più bello se più persone potessero accorgersene in prima persona.
Come trasformare questa idea in realtà? Onestamente stiamo cercando di realizzare un’impresa che sembra quasi impossibile, perché stiamo facendo tutto con le nostre forze e senza ricevere alcun tipo di fondi per promuovere l’iniziativa. Quindi non me ne vogliate se approfitto di quest’occasione per chiedervi di firmare e spargere la voce, se anche voi credete in questo progetto: https://eci.ec.europa.eu/016/public/#/screen/home.

3. Come ti ha aiutato il SID nella formazione e nello sviluppo della tua carriera accademica/lavorativa?
Sono convinta che senza il SID nulla di ciò che è accaduto dopo e sta accadendo adesso sarebbe stato possibile. Innanzitutto, scegliendo il SID ho potuto cominciare il mio percorso accademico in Argentina, a Buenos Aires. Trasferirsi da sola dall’altro lato del mondo a 19 anni fa crescere il tuo spirito di adattamento come poche altre esperienze! Oltre a beneficiare della qualità dell’insegnamento garantita dall’Università di Bologna anche nella sua sede porteña, studiare lì mi ha permesso di contribuire già durante il mio primo anno di università ad un progetto della FAO. E le opportunità per mettersi alla prova non sono mancate negli anni successivi, con il viaggio di istruzione organizzato dal Professor Hugo Lombardini, con l’Erasmus+ a Siviglia, con il NATO Model Event, con il corso multidisciplinare di Alliance Europa “Entrer ou sortir de l’Union: quels enjeux pour l’Europe?”, che abbiamo potuto seguire grazie alla Professoressa Giuliana Laschi. E ancora, con l’esperienza al Punto Europa come formatrice specializzata sull’UE e col tirocinio nell’ambito del progetto “Shaping Fair Cities”, svolto sotto la supervisione del Professor Marco Borraccetti e del Professor Federico Ferri. Le conoscenze acquisite e le abilità sviluppate grazie al SID e alle opportunità offerte dal SID mi tornano utili ancora adesso.
4. Hai piani per il prossimo futuro? Quali le tue prospettive e cosa ti piacerebbe fare nei prossimi anni?
Al momento ho l’onore di occuparmi di Strategic Communications come Assistente alla Commissione europea, contribuendo alla lotta contro la disinformazione. Non so ancora dire di preciso cosa farò nei prossimi anni. Ma finché potrò continuare ad occuparmi di comunicazione e far avanzare nel mio piccolo il processo di integrazione europea, continuerò ad essere felice.
