
Laurea Magistrale SID, 2017
Posizione attuale: Analista per il Centroamerica, International Crisis Group
Ho iniziato la mia carriera universitaria studiando Scienze Sociologiche presso l’Università di Padova. Dopo essermi laureato a fine 2013, mi sono avvicinato alle relazioni internazionali anche in parte (non ridete) ad un’esperienza di Model United Nations, per poi decidere di iscrivermi al SID, una delle scelte più sagge che potessi fare.
Iscritto nel curriculum Politica e Sicurezza Internazionale, ho focalizzato i miei studi sull’America Latina e la risoluzione dei conflitti, arricchendo l’esperienza universitaria con un corso in Principles and Practices of Conflict Management alla Johns Hopkins University di Bologna (SAIS) e uno scambio Overseas all’Universidad Nacional de Colombia a Bogotá.
Già durante gli studi ho cercato di accumulare esperienza lavorativa: ho fatto il Formatore Europeo presso il Centro Europa di Forlì, ho lavorato come Head Delegate in MUN universitari e liceali, e ho iniziato a scrivere i miei primi articoli per piattaforme online quali Il Barrito, Bridging Europe, e Stand Up for Europe, e a tradurne altri per il Carnegie Council for Ethics in International Affairs.
Appena una settimana dopo essermi laureato nel Marzo 2017, sono entrato nell’International Crisis Group, che da allora è stata la mia casa.
Sono stato prima tirocinante e poi assistente nell’unità di EU Advocacy & Research a Bruxelles, per poi trasferirmi a Bogotà col Programma per l’America Latina nel 2018, dove sono stato Assistente, poi Ricercatore, ed infine Analista per il Centroamerica, basato in Guatemala da quest’anno.
Attualmente vivo a Città del Guatemala. In condizioni normali, il mio lavoro consiste nel viaggiare costantemente per fare ricerca sul campo sui temi riguardanti la violenza criminale (particolarmente delle gang quali MS-13 e Barrio 18) in Guatemala, Honduras, El Salvador ed il conflitto sociopolitico in Nicaragua.
La parte interessante è la possibilità che ci dà l’organizzazione d’interagire con tutti gli attori che compongono le società in questione: governi e partiti, forze di sicurezza, servizi diplomatici, organizzazioni della società civile, vittime della violenza, e perfino criminali.

Sulla base di questa ricerca, produco articoli, report e altre pubblicazioni nelle quali non solamente analizzo la situazione ma provo a fornire ai decisori politici nazionali ed internazionali idee per cercare di risolvere e prevenire la violenza nella regione.
Infine, porto analisi e idee ad attori quali l’Unione Europea, gli Stati Uniti, l’ONU, etc attraverso attività di advocacy. Ho anche il compito di mantenere il profilo pubblico dell’organizzazione attraverso la partecipazione in conferenze e interviste coi media.
Il coronavirus ha cambiato tutto, ed ora la comunicazione tanto di ricerca quanto di advocacy, avvengono attraverso le varie piattaforme digitali, in attesa che si rilassino le restrizioni alla mobilità.
Sebbene la formazione Siddina sia stata più centrata sulla teoria che sulla pratica, la possibilità di sfruttare le magnifiche convenzioni che il SID ha con altre istituzioni in tutto il mondo – in particolare l’Overseas ed il corso alla Johns Hopkins – è stata fondamentale non solo per arricchire le mie competenze ma anche per diversificare il CV con istituzioni rinomate che, in fin dei conti, fa sempre bene.
L’argomento della tesi (nel mio caso, il ruolo dell’Unione Europea nella costruzione di pace in Colombia) è stato altrettanto importante per indirizzare la mia carriera nel campo della risoluzione dei conflitti.
l miei consigli più spassionati per i neosiddini che si affacciano ora al mondo del lavoro sono: identificate per tempo l’aspetto (e/o area geografica) delle relazioni internazionali in cui vi volete focalizzare ed iniziate ad accumulare piccole esperienze lavorative che vanno in quella direzione; dopodiché, credete fino in fondo che quella sarà la vostra strada, non accontentatevi, e non abbiate paura di prendere dei rischi e mettervi in gioco per raggiungere un risultato. Quando mi sono unito al programma dell’America Latina di Crisis Group ho praticamente fatto “un passo indietro”, sia in termini salariali che di prospettiva lavorativa, però alla fine questa scommessa mi ha ripagato.

Intervista alla BBC