
Laurea triennale SID, 2014
Posizione attuale: PhD Candidate, University of Cambridge – Corpus Christi College (Arts and Humanities Research Council & Toshiba Scholar)
Mi chiamo Giulia Garbagni. Dopo la laurea al SID nel 2014, ho deciso di proseguire i miei studi all’estero seguendo la mia passione per l’Asia (una passione nata con uno scambio annuale in Giappone al liceo con Intercultura) e iscrivendomi così a un doppio programma di master in ‘International Affairs’ della London School of Economics e l’Università di Pechino. Dopo un’entusiasmante immersione nell’universo accademico cinese, il dipartimento di International History (storia diplomatica) della LSE ha segnato la svolta nella mia carriera facendomi scoprire un approccio di ricerca che combinava perfettamente la mia formazione SID con la mia passione per la ricerca d’archivio.
Grazie a un progetto di tesi sul Myanmar post-coloniale, ho anche avuto modo di ampliare i miei interessi verso il Sud-est asiatico – una regione che ora occupa un posto centrale nella mia ricerca. Infatti, l’anno successivo ho continuato ad approfondire il tema delle relazioni tra Giappone e Myanmar con un master in ‘Modern Japanese Studies’ all’Università di Oxford.
Il mio anno a Oxford rimane sicuramente uno dei più intensi e formativi della mia carriera, durante il quale ho avuto la possibilità di confrontarmi quasi quotidianamente con ‘celebrità accademiche’ (ma anche di vestirmi spesso come Hermione Granger, come da foto). Dopo la laurea ad Oxford ho brevemente lavorato in una compagnia di consulenza nel settore del business intelligence/political risk a Londra, per poi iniziare il mio PhD in Japanese Studies a Cambridge nell’Ottobre 2018.
La mia ricerca di dottorato è il progetto più impegnativo in cui mi sono cimentata finora. Il mio PhD è a cavallo tra storia diplomatica, teoria delle relazioni internazionali e storia politica giapponese, ed esamina la diplomazia extra-istituzionale del Giappone nel Nord- e Sud-est Asiatico negli anni ’60 e ’70. Il progetto si articola su 3 casi di studio ed è basato sulla ricerca negli archivi di tre Paesi: Regno Unito, Giappone e Stati Uniti. Richiede quindi molta pazienza nell’esaminare migliaia di documenti, disciplina nel gestire tutte le fonti e attenzione agli sviluppi storiografici in lingua sia inglese che giapponese.
Tornando invece a parlare di SID, la sua multidisciplinarità è stata un’arma a doppio taglio per me una volta laureata. Se da una parte mi ha dato una formazione di base molto solida in più materie che mi è stata utilissima per inserirmi velocemente in ambienti accademici competitivi e seguire con successo i corsi più disparati (dalla sicurezza non-tradizionale alle politiche pubbliche della Cina, passando per diritto penale internazionale), dall’altra mi ha reso più difficile definire il mio profilo di ricercatrice – un passo fondamentale soprattutto nel mondo accademico inglese, dove essere un ‘Jack of all trades’ non è molto ben visto.
A tutti i siddini interessati al dottorato e alla carriera accademica nel Regno Unito raccomanderei di: familiarizzarsi il più possibile con le convenzioni dell’academic writing e rafforzare la propria comunicazione in lingua inglese, sia orale che scritta (per esempio iniziando a scrivere recensioni di libri per blog o riviste); sviluppare un tratto distintivo nel proprio profilo (un focus teorico preciso e originale, una lingua di ricerca poco comune, o anche un’esperienza lavorativa sul campo nel caso di un programma di dottorato più ‘policy-oriented’) che possa dare una marcia in più nel processo di selezione; e infine iniziare con largo anticipo la ricerca di borse di studio: a Oxford e Cambridge per esempio ce ne sono moltissime, ma spesso sono poco visibili perché vincolate a particolari condizioni (come nazionalità, tema di ricerca, affiliazione a un college o un dipartimento).